La grande
maggioranza delle comuni malattie dei bambini è causata da batteri o virus. I
primi sono organismi completi che hanno la capacità di riprodursi se si trovano
in un ambiente adatto, i secondi sono molto più piccoli e possono riprodursi
solo sfruttando i meccanismi cellulari di altri esseri viventi. Questi
microrganismi nella grande maggioranza dei casi non sono nocivi, anzi senza di
loro, non solo non sarebbe nata la vita, ma anche oggi non potremmo sopravvivere.
Pensiamo per esempio all’utilità della flora batterica intestinale che altro
non è che una massa enorme di batteri (come numero sono 10 volte di più delle
nostre cellule!) che vivono nel nostro tubo digerente svolgendo delle funzioni
fondamentali per la nostra salute. Fanno quindi sorridere quegli spot
pubblicitari in cui massaie prima somministrano fermenti lattici (batteri) a
tutta la famiglia (per aumentare le difese immunitarie sic!) e poi, armate fino
ai denti di disinfettanti, cercano di eliminare tutti i germi che infestano la
loro casa. Per fortuna non ci possono riuscire, altrimenti sai che danni! Naturalmente
questo non un invito alla sporcizia, anche se, secondo alcune teorie, l’aumento
delle malattie allergiche sarebbe in parte dovuto al fatto che viviamo in
ambienti troppo “puliti” e quindi alcuni anticorpi, diciamo “disoccupati”, sarebbero
alla base di sviluppo di allergie.
Parlando di
malattie dei bambini, giustamente focalizziamo il discorso su quei
(relativamente pochi) batteri o virus che sono patogeni per l’uomo. Come si trasmettono?
Senza scendere troppo nei particolari possiamo affermare che i germi che
provocano patologie respiratorie in genere si trasmettono tramite le piccole
goccioline di saliva che vengono emesse (anche a distanza di alcuni metri) con
la tosse o gli starnuti. Per questo è importante mettere la mano davanti alla
bocca quando si tossisce o si starnutisce! Invece le infezioni che colpiscono
l’apparato digerente più spesso hanno una diffusione che tecnicamente si
definisce oro-fecale. Cioè vengono emessi con le feci e, se non si prendono le
opportune misure igieniche, possono ritornare nell’ambiente magari contaminando
dei cibi o qualunque cosa che si porta alla bocca.
Da queste
semplici e molto stringate nozioni possiamo dedurre un paio di precauzioni che
possono aiutare i nostri bambini ad ammalarsi di meno.
Innanzi tutto
appare evidente come sia importante lavarsi bene le mani, non solo dopo essere
andati al gabinetto ma anche quando si ha il raffreddore. Quindi insegniamo ai
nostri bambini a lavarsi spesso le manine e magari facciamolo anche noi grandi.
Un altro
aspetto è relativo al contatto con altre persone. Aumentando il numero di
contatti aumenta la possibilità di incontrare qualcuno ammalato (o portatore
sano) soprattutto in alcuni ambienti. Per esempio in un ambulatorio medico è
probabile trovare qualcuno ammalato, anzi sarebbe strano se non ci fosse.
Questo è il principale motivo per cui insistiamo a visitare i bambini su
appuntamento proprio per evitare affollamenti in sala d’aspetto. Per le stesse
ragioni è opportuno evitare gli ambienti affollati, per esempio i centri
commerciali, soprattutto quando si hanno bambini piccoli. Ma vi sono anche
altri ambienti in cui è facile trovare qualcuno con qualche germe da
trasmettere. Per esempio la scuola, l’asilo, gli asili nido. L’ingresso in
comunità è un momento in cui si ha un grande aumento delle possibilità di
ammalarsi. Un conto è magari il figlio unico che sta solo con i genitori e vede
qualche volta i nonni, un altro stare con qualche decina di bambini con il
moccio al naso e con una maestra che difficilmente potrà lavarsi le mani ogni
volta che fa soffiare un nasino. Un modo per cercare di limitare il contagio
sarebbe quello di tenere a casa il bambino ai primi sintomi di raffreddore o di
malattia respiratoria, perché il periodo di maggior contagiosità in genere è
proprio quello iniziale della malattia virale, quando magari non è ancora
iniziata la febbre. Per molti genitori che lavorano questo è quasi impossibile,
però, se tutti si sforzassero di farlo, forse alla fine dell’anno avremmo
guadagnato qualche giorno in meno di malattia dei nostri bambini e qualche
giorno in più di lavoro.
Ma una volta
che il bambino si è ammalato che armi abbiamo a disposizione? I batteri sono
sensibili agli antibiotici, se non hanno sviluppato specifiche resistenze, mentre
i farmaci antivirali sono pochi e di efficacia limitata. Per fortuna la quasi
totalità delle comuni malattie virali che colpiscono i nostri bambini
guariscono da sole dopo pochi giorni. Si tratta quindi di capire se ci troviamo
di fronte a una forma virale o a una batterica. Qualche volta dei semplici
esami possono aiutare il medico a orientarsi (tampone faringeo, PCR) in altri
casi egli dovrà affidarsi alla sua esperienza. Ma per non sbagliare non sarebbe
meglio somministrare sempre un antibiotico? La risposta è assolutamente no!
Tralasciando i possibili, ma in genere modesti, effetti collaterali
dell’antibiotico (a fronte di nessun reale beneficio se la malattia è dovuta a
un virus) il vero motivo del no è che un uso indiscriminato degli antibiotici
potrebbe causare delle resistenze nei batteri e poi potremmo trovarci con delle
armi spuntate quando davvero ci saranno necessarie.