dott. Marco Cesare Giussani
Pediatra di famiglia
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Principali cause di malattia nei bambini

Data ultima modifica: 23/8/2013
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La grande maggioranza delle comuni malattie dei bambini è causata da batteri o virus...

La grande maggioranza delle comuni malattie dei bambini è causata da batteri o virus. I primi sono organismi completi che hanno la capacità di riprodursi se si trovano in un ambiente adatto, i secondi sono molto più piccoli e possono riprodursi solo sfruttando i meccanismi cellulari di altri esseri viventi. Questi microrganismi nella grande maggioranza dei casi non sono nocivi, anzi senza di loro, non solo non sarebbe nata la vita, ma anche oggi non potremmo sopravvivere. Pensiamo per esempio all’utilità della flora batterica intestinale che altro non è che una massa enorme di batteri (come numero sono 10 volte di più delle nostre cellule!) che vivono nel nostro tubo digerente svolgendo delle funzioni fondamentali per la nostra salute. Fanno quindi sorridere quegli spot pubblicitari in cui massaie prima somministrano fermenti lattici (batteri) a tutta la famiglia (per aumentare le difese immunitarie sic!) e poi, armate fino ai denti di disinfettanti, cercano di eliminare tutti i germi che infestano la loro casa. Per fortuna non ci possono riuscire, altrimenti sai che danni! Naturalmente questo non un invito alla sporcizia, anche se, secondo alcune teorie, l’aumento delle malattie allergiche sarebbe in parte dovuto al fatto che viviamo in ambienti troppo “puliti” e quindi alcuni anticorpi, diciamo “disoccupati”, sarebbero alla base di sviluppo di allergie.

Parlando di malattie dei bambini, giustamente focalizziamo il discorso su quei (relativamente pochi) batteri o virus che sono patogeni per l’uomo. Come si trasmettono? Senza scendere troppo nei particolari possiamo affermare che i germi che provocano patologie respiratorie in genere si trasmettono tramite le piccole goccioline di saliva che vengono emesse (anche a distanza di alcuni metri) con la tosse o gli starnuti. Per questo è importante mettere la mano davanti alla bocca quando si tossisce o si starnutisce! Invece le infezioni che colpiscono l’apparato digerente più spesso hanno una diffusione che tecnicamente si definisce oro-fecale. Cioè vengono emessi con le feci e, se non si prendono le opportune misure igieniche, possono ritornare nell’ambiente magari contaminando dei cibi o qualunque cosa che si porta alla bocca.

Da queste semplici e molto stringate nozioni possiamo dedurre un paio di precauzioni che possono aiutare i nostri bambini ad ammalarsi di meno.

Innanzi tutto appare evidente come sia importante lavarsi bene le mani, non solo dopo essere andati al gabinetto ma anche quando si ha il raffreddore. Quindi insegniamo ai nostri bambini a lavarsi spesso le manine e magari facciamolo anche noi grandi.

Un altro aspetto è relativo al contatto con altre persone. Aumentando il numero di contatti aumenta la possibilità di incontrare qualcuno ammalato (o portatore sano) soprattutto in alcuni ambienti. Per esempio in un ambulatorio medico è probabile trovare qualcuno ammalato, anzi sarebbe strano se non ci fosse. Questo è il principale motivo per cui insistiamo a visitare i bambini su appuntamento proprio per evitare affollamenti in sala d’aspetto. Per le stesse ragioni è opportuno evitare gli ambienti affollati, per esempio i centri commerciali, soprattutto quando si hanno bambini piccoli. Ma vi sono anche altri ambienti in cui è facile trovare qualcuno con qualche germe da trasmettere. Per esempio la scuola, l’asilo, gli asili nido. L’ingresso in comunità è un momento in cui si ha un grande aumento delle possibilità di ammalarsi. Un conto è magari il figlio unico che sta solo con i genitori e vede qualche volta i nonni, un altro stare con qualche decina di bambini con il moccio al naso e con una maestra che difficilmente potrà lavarsi le mani ogni volta che fa soffiare un nasino. Un modo per cercare di limitare il contagio sarebbe quello di tenere a casa il bambino ai primi sintomi di raffreddore o di malattia respiratoria, perché il periodo di maggior contagiosità in genere è proprio quello iniziale della malattia virale, quando magari non è ancora iniziata la febbre. Per molti genitori che lavorano questo è quasi impossibile, però, se tutti si sforzassero di farlo, forse alla fine dell’anno avremmo guadagnato qualche giorno in meno di malattia dei nostri bambini e qualche giorno in più di lavoro.

Ma una volta che il bambino si è ammalato che armi abbiamo a disposizione? I batteri sono sensibili agli antibiotici, se non hanno sviluppato specifiche resistenze, mentre i farmaci antivirali sono pochi e di efficacia limitata. Per fortuna la quasi totalità delle comuni malattie virali che colpiscono i nostri bambini guariscono da sole dopo pochi giorni. Si tratta quindi di capire se ci troviamo di fronte a una forma virale o a una batterica. Qualche volta dei semplici esami possono aiutare il medico a orientarsi (tampone faringeo, PCR) in altri casi egli dovrà affidarsi alla sua esperienza. Ma per non sbagliare non sarebbe meglio somministrare sempre un antibiotico? La risposta è assolutamente no! Tralasciando i possibili, ma in genere modesti, effetti collaterali dell’antibiotico (a fronte di nessun reale beneficio se la malattia è dovuta a un virus) il vero motivo del no è che un uso indiscriminato degli antibiotici potrebbe causare delle resistenze nei batteri e poi potremmo trovarci con delle armi spuntate quando davvero ci saranno necessarie.


 


 


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